La legge elettorale per le elezioni provinciali sta per cambiare. In questo articolo scopriamo insieme come si vota attualmente e come si voterà a partire dal 2024.
La legge Delrio del 2014 ha da poco trasformato il ruolo delle province italiane. Questa nuova fase è però destinata a terminare presto: è infatti all’esame del Senato un progetto di legge portato avanti dalla maggioranza di centrodestra per ripristinare l’elezione diretta delle province già da giugno 2024, in concomitanza alle elezioni Europee. Questa legge dovrebbe riproporre il sistema elettorale precedente alla riforma del 2014.
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Elezioni provinciali con la legge Delrio
Graziano Delrio, Ministro per gli affari regionali e le autonomie all’epoca della riforma
Il 2014 ha portato nuovo vento di riforme: la legge 56 del 2014 (detta anche legge Delrio) ha introdotto notevoli modifiche agli enti locali, ridefinendo l’ordinamento delle province e istituendo le città metropolitane. Queste sostituiscono le province in dieci aree urbane, i cui territori coincidono con quelli delle preesistenti province: Roma Capitale, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria.
La legge Delrio ha decretato la fine delle elezioni a suffragio universale delle province. Infatti, sia Presidente che Consiglio Provinciale sono divenuti organi elettivi di secondo grado: il Consiglio Provinciale viene eletto a suffragio ristretto solo dai sindaci e dai consiglieri comunali della provincia con un sistema proporzionale con metodo D’Hondt. Il voto è ponderato secondo le fasce di popolazione previste per le elezioni comunali.
Il numero di Consiglieri è variabile, a seconda del numero degli abitanti:
- Più di 700.000 abitanti: 16 consiglieri;
- Province intermedie: 12 consiglieri;
- Meno di 300.000 abitanti: 10 consiglieri.
Questa legge fu formulata anche in previsione al progetto di riforma costituzionale che prevedeva la soppressione delle province quali enti con valenza costituzionale. Come è noto, il referendum del 4 dicembre 2016 respinse questo progetto di riforma, aprendo un dibattito sulla necessità di un nuovo intervento normativo. Sette anni dopo questa nuova legge pare essere in dirittura d’arrivo.
Se vuoi scoprire come sono stati eletti finora i Consigli Provinciali e qual era la situazione prima della legge Delrio, ti consigliamo di leggere il nostro articolo sulla storia delle province italiane.
Se invece vuoi sapere quale sarà la sua evoluzione, passiamo al paragrafo successivo.
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Come saranno le elezioni provinciali del 2024?
L’emiciclo del Senato della Repubblica
Limitandoci all’attuale legislatura del Parlamento, sono stati presentati 9 disegni di legge per tornare alla rielezione di Consigli Provinciali e Presidenti di Regione. Pur cambiando denominazione, tutte le forze politiche concordano: queste elezioni s’hanno da fare. Ma con che legge elettorale si voterà? La direzione intrapresa pare chiara: si dovrebbe tornare alle disposizioni previste dagli articoli 74 e 75 del TUEL.
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Presidenti di Provincia
Nicola Zingaretti, ex segretario del PD ed Presidente della Provincia di Roma tra il 2008 e il 2012
Il TUEL disegna un sistema in cui si elegge il Presidente di Regione con un sistema maggioritario a due turni con un’unica circoscrizione, corrispondente al territorio della provincia. Dunque un sistema simile a quello odiernamente in vigore per l’elezione dei sindaci di città con più di 15.000 abitanti. Si contratta sulla percentuale di voti necessaria ad assere eletti al primo turno: se secondo il TUEL si vince in presenza di una maggioranza assoluta, le trattative politiche in atto spingono verso l’abbassamento di questa soglia al 40%.
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Consigli Provinciali
L’aula del Consiglio Provinciale di Viterbo
I Consigli Provinciali si eleggono contestualmente al Presidente, ma proclamati solo ad elezione conclusa. Infatti, se la coalizione che supporta il candidato vincente non raggiunge il 60% dei voti validi, le viene assegnato un premio di maggioranza sino a raggiungere questa soglia dei seggi in Consiglio. Secondo la normativa passata, il sistema elettorale per i Consiglieri era fondata su collegi uninominali: una volta determinato il numero di seggi spettante a ogni gruppo, si procedeva all’assegnazione dei seggi ai consiglieri secondo l’ordine delle rispettive cifre elettorali individuali. Questa si determina calcolando la percentuale di voti validi espressi per un candidato in un determinato collegio. Nel caso di candidature in più collegi, fa fede il risultato migliore.
Ma attenzione, si riccorerebbe a questo sistema solamente nel caso in cui si riuscissero a riformulare in tempo i vari collegi. In alternativa, per le elezioni provinciali del 2024 si paventa la possibilità di ricorrere a collegi più ampi e liste plurinominali.
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