È stato il post della settimana, il più commentato e discusso, è il post per l’8 marzo di Fabiana Dadone.
Maglietta dei Nirvana, scarpe rosse col tacco (simbolo della violenza sulle donne) appoggiate sulla scrivania ministeriale, rossetto accesissimo: Ho 37 anni e sono una “ragazzina” (per questo Paese) ma faccio il Ministro.
Tanto discusso che ha richiesto diverse spiegazione da parte degli autori nei commenti, e poi una diretta “chiarificatrice” in cui la Dadone – questa volta con modi molti istituzionali – ne ha chiarito il senso.
Un post che ha diviso gli “esperti del settore” spaccati tra apprezzamento della genialità e del coraggio, e giudizi molto negativi.
Anche noi in agenzia non siamo stati tutti della stessa opinione, prima di dirvi la nostra però partiamo dai “risultati”. Perché ci piace sempre dire che la riuscita di una comunicazione sui social è “misurabili” e allora ecco le misure.
Il post Facebook ha ricevuto 25500 reazioni, 15850 commenti e 3354 condivisioni, con un tasso di interazione dell’86%. In pratica tutti gli utenti che lo hanno visto, ci hanno interagito.
I risultati del post hanno dato una spinta impressionante alla pagina, che da 50k follower è passata a 60k nel giro di 24 ore, con un aumento di fan del 20%.
Ma proprio come se fossimo davanti a un caffè in pausa o – come direbbero i trend setter – in una room di ClubHouse, cosa ne pensano i nostri colleghi del settore?
Gian Mario Bachetti, social media advisor di ORA Comunica : “A primo acchitto il post mi ha convinto, mi è sembrato tutto giusto e ho avuto il classico pensiero “cavolo, avrei voluto scriverlo io“, anche se sono un amante della comunicazione politica austera. Dopo averlo rivisto però ho pensato che un abito istituzionale sarebbe stato addirittura più efficace: meno adolescente arrabbiata, più ministra consapevole”.
Giovanni Marco Santini, social media manager di ORA Comunica: “Penso che questo post possa piacere o non piacere, ma che da un punto di vista strategico ha colto nel segno. La foto è perfettamente coerente con il copy, i risultati quantitativi sono eccezionali e il sentiment è contrastante, ma mi sembra ben posizionato: ad apprezzare sono tanti giovani e democratici, assolutamente in linea con il nuovo M5S a guida Conte. Non sono un fan del “purché se ne parli”, ma se c’era un’occasione per far parlare di sé era questa. Senza considerare che la Dadone nonostante sia ministro da 2 anni è poco conosciuta e questa vicenda gli ha sicuramente dato un bel po’ di notorietà. Ben fatto! ”
Giovanni Bordieri, marketing director di ORA Comunica: “Sull’attività spot del post ho poco da commentare, operazione viralità riuscita. Perfettibile sia il Copy che il Visual ma solo agli occhi degli addetti ai lavori: un visual simile, a mio parere, non ha bisogno di una caption così lunga, la foto si spiega da sola.
Quello che mi lascia perplesso è il contesto comunicativo in qui questo post si inserisce. Tolto il lancio di Twitch della ministra, la comunicazione risulta abbastanza piatta e istituzionale senza picchi creativi che si fanno notare.
Spero che questo post sia solo il primo di una nuova linea comunicativa capace di integrare istituzionalità a messaggi “POP”. Se così non fosse, sarà l’ennesima meteora social della durata del battito di una farfalla.
Beatrice Marino, content manager di ORA Comunica: “Credo che quella del “purché se ne parli” sia una strategia accettabile fin quando non ci si trova al governo. A una prima lettura, il post della Dadone mi è piaciuto; riflettendoci meglio, mi sono domandata se però non cercasse di tenere insieme troppe cose. L’età, la carica di Ministro, il rock, le scarpe rosse, la posa “sfacciata”, un copy dal tono accusatorio. Un post così me lo sarei sì aspettato da un esponente del M5S, ma del M5S del “Vaffa day”, non quello del governo Draghi.
Guardo e riguardo il post, poi mi chiedo ancora: sei Ministro per le politiche giovanili, cosa stai facendo attivamente per cambiare le cose? Insomma, belli i likes, ma forse (se fossi ministro) non ci vivrei.”
Luca Zaccaria, amministratore di ORA Comunica: “A mio avviso il post della Ministra Dadone è un esempio chiaro della differenza fra tattica e strategia, soprattutto nel mondo della comunicazione. Riconosco l’innegabile risultato quantitativo del post, ma mi chiedo cosa resterà di questo nella memoria collettiva. Il post metterà in secondo piano le attività della Ministra o sarà un investimento per il suo posizionamento? Per quanto mi riguarda, il rischio concreto sarà quello dello stigma, un’etichetta per la Ministra, che ne assocerà il nome alle scarpe rosse e alla felpa dei Nirvana. Più che alle riforme o ai provvedimenti che magari farà nell’esercizio delle sue funzioni”.
Non sappiamo come evolverà la comunicazione social di Fabiana Dadone, ma noi in agenzia continueremo a tenerla sott’occhio come facciamo – e ve lo dobbiamo confessare – con tutti i politici più o meno in vista. Quindi, seguiranno aggiornamenti.
0 Comments